Strada Nino Bixio, 50 – Parma
Martedì 16.05.17 // h. 18:30
Fino al 24.06.2017
È il 1978. In Italia viene emanata la Legge 180, norma che sancisce il superamento e la chiusura di tutte le strutture manicomiali, nominando così l’Italia l’unico paese al mondo senza manicomi.
Da quel momento ad oggi, circa 80 complessi manicomiali sono chiusi, ma nonostante ciò non sono ancora divenuti oggetto della problematica questione di tutela e conservazione.
L’urgenza di tale problematica non è da sottovalutare in quanto si rischia di perdere un’importante testimonianza culturale, urbanistica e architettonica.
Pur se tutelate ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio, molte strutture manicomiali sono state oggetto di pessime ristrutturazioni o sono ancora in condizioni di abbandono, architetture-ruderi a cui il tempo ha dato un nuovo assetto estetico.
Le strutture, inglobate nel tessuto urbano o riconvertite, sono ora adibite a funzioni differenti o, essendo di proprietà delle ASL, continuano a mantenere il legame con il loro passato ospedaliero.
Non si è mai pensata una conservazione di tipo integrale, che cogliesse il significato di Gesamkunstwerk dei manicomi stessi, caratterizzati da testimonianze immobili – architetture, giardini – e mobili – arredi, macchinari, biblioteche, materiali d’archivio, testimonianze artistiche.
In tutto questo, sono tante le storie da raccontare, infinite. Giacomo Doni ha deciso di dar voce a queste strutture attraverso la fotografia. Il progetto, iniziato nel 2006, si chiama PERSISTENZE e si muove all’interno di questi luoghi, cercandone storie e testimonianze di quella che è stata la difficile realtà manicomiale con l’intento non solo di documentare, ma anche di tutelare la memoria di questi edifici.
La mostra presenterà una trentina di fotografie di grande formato dei luoghi abbandonati della psichiatria pre-Basaglia. Collegno, Cogoleto, Colorno, Volterra per citarne alcuni che ogni comunità locale conosce molto bene.
Un approfondimento su Colorno è quello realizzato in video da Wendyfilm che ha vinto con questo il festival “La danza in un minuto” edizione 2017 e realizzato nell’ambito di un progetto condotto per con conto del Consorzio Solidarietà Sociale.
L’intera iniziativa gode del patrocinino della Fondazione Mario Tommasini.